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Prime Esperienze

scout : guardoni


di skizzoinfoiato
03.02.2016    |    21.477    |    1 8.8
", va bene !” “ti faccio male?” “no..."
Sono Francesco, da piccolo avevo un amico Edoardo, da piccolo intendo dalle scuole elementari, si stava sempre assieme, eravamo in terza media, si frequentava gli scout, appena finiti gli esami partimmo per raggiungere il nostro gruppo.

Durante uno dei tanti week end con escursioni in giro per le campagne, usammo come base/dormitorio una colonica. Non era il primo anno che andavamo in quella struttura era perfetta, consentiva di unire molti gruppi scout, era sicura, c'erano diverse attrazzioni da poter sfruttare, non molto distante c'erano le stalle e il fienile.
Una classica fattoria come tante in giro per l'Italia.
Era in uso fare esercitazioni di orienteering sia di giorno che di notte, specie quando ci si ritrovava con altri gruppi come in questa circostanza.
Eravamo alla terza uscita in notturna di fila, molto provati, a metà ci defilammo rientrando verso le camerate, cercando un posto dove sostare in attesa del rientro dei gruppi.

Passando vicino alla stalla, fra attrezzi vari, macchinari, balle di paglia accumulate, notammo che da delle assi sconnesse filtrava, dal dentro dello stesso fienile, una fievolissima luce.
Ci bastò uno sguardo perché io ed Edo ci intendessimo: perché c'era una luce nel fienile? Che stava accadendo? Curiosi come non mai ci aqquattammo per raggingere lo spiraglio.

Vedemmo uno dei nostri capi Piero, assieme ad una ragazza , Camilla, più grande di noi circa 16 anni, ma sempre più piccola di lui sui 25.
Eravamo copertissimi incastarati fra le tante balle di paglia accumulate, eravamo quasi invisibili invisibili, con le nostre divise blu scuro, e nonostante fosse la stagione estiva avevamo anche i nostri mantelli a proteggerci dall'umidità che scendeva.
La luce che filtrava era data da una lampada a batterie deducemmo dalla luce prodotta.
Apparve, abituata la vista alla luce, Camilla, che non aveva più indosso abiti dalla gonna in su, anche Piero era a torso nudo.

Non si sentiva cosa dicevano, si vide Piero calarsi i pantaloni. A seconda della posizione in cui stavasi poteva vedere bene il suo uccello che ci parve enorme. Io e Edo ci alternavamo alla fessura senza mai discutere, come era nostra abitudine fare, si anda d'accordo su tutto.
Era Edo in quel momento a guaradre e vide la mano di Camilla essere condotta da quella di Piero sul cazzo dritto e svettante, al mio turno, intravidi Camilla come … come ipnotizzata , da qul membro.
Mi sembrò evidente dal suo impaccio che ne sapeva lei di sesso quanto noi.... un cazzo per l'appunto.
Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso la mano di Piero stava guidando la mano assai delicata ed impacciata della ragazza.
Il tempo sembrava rallentare tanto era anche la nostra emozione nel vedere cosa i due stessero facendo.
Piero nel frattempo prese a palpare le sue piccole mammelle.
L'alternarci consentì ad entrambi di non perdere niente di quel che succedeva.
Piero si piegò leggermente in avanti e la baciò più volte.
La mano di Camilla ormai procedeva da sola , acquistando una lieve maggior sicurezza.
Si baciavano sempre con più trasporto.
Un attimo di pausa, una piccola pressione sulle spalle invitarono Camilla ad inginocchiarsi, un solo rammarico non riuscire ad udire ciò che dicevano.
Si vedeva proprio di scorcio la scena... la testa di Camilla e la punta del pene di Piero.
Dai movimenti della testa, un lento ondeggiare, le mani di Piero in mezzo alla capigliatura bionda, capimmo che Camilla avesse preso in bocca il membro.
Le tavole del fienile, scoprimmo che avevano diversi spiragli e quindi ogni tanto, nel tentativo di veder meglio alternavamo anche le postazioni di osservazione.
Aveva una faccia estasiata Piero, Camilla un viso rosso come un peperone.
Non so dire quanto durò.... durò parecchio per il nostro metro di giudizio.
Un urlo strozzato giunse a noi : “ahhhh !Siii! Brava! Bevi tuttoooo! Ahhhh ohhhh siiiiii! Sei stata fantastica!”.

Da un'altra posizione non ci sfuggì lo sguardo imbarazzato di Camilla, come incapace di dire se le fosse piaciuto o meno. Le gote erano sempre più arrossate che arrossate, che contrastavano con la sua carnagione molto chiara.
Aveva uno sguardo misto fra il piacere e la soddisfazzione di aver fatto godere un uomo, e l'imbarazzo quasi preoccupata do cosa sarebbe successo dopo.
Un accennno di sorriso e lo sguardo divenne più rilassato, dalla fessura in basso non si vedeva, Edo vide, da un'altra posizione, lo sguardo di Piero, estasi allo stato pure mi riferì.
Fece alzare Camilla, i due limonarono a lungo, si abbracciarono aderendo come calamite, si vedevano i seni di Camilla strabordare di fianco come strizzati contro il petto glabro di Piero. Staccatosi, guardandola fissa negli occhi, dominandola in altezza, scese a prendere il suo posto in ginocchio.
Il suo fare, da uomo esperto, almeno avvezzo a queste situazione, infatti i suoi gesti erano accuratamente calibrati, sia nelle movenze quanto nella tempistica infondendo una strana sicurezza ed eccitazione, soprattutto non le dava modo di opporsi.
Le mani salirono ad una velocità controllata, come detto, sembrò un gesto veloce ma non lo era. Partirono dalle caviglie salirono, salirono passando sotto la minigonna della divisa, raggiungendo l'oggetto da lui desiderato, e da noi due neofiti, in tanti sogni, desiderato altrettanto.
Camilla sussultò, poco dopo la mano destra riemerse, e la mostrò a Camilla.
Non si capiva se stessero parlando, la mano lambì le labbra di lei, che aprendole le accolse nella sua bocca. Simulò un pompino sulle dita di Piero, poi la mano così come era giunta tornò da dove era venuta.
Ora le mani discesero, fu un attimo, ma percepimmo lo slip scendere.
La gonna di stoffa blu e verde a tessitura scozzese raggiunse la vita, Camilla andò a reggere il tessuto mentre contemporaneamente la testa di Piero finì fra le sue cosce.

Non si vedeva altro che la capigliatura di Piero la visuale era quella che era, ma ci accontentammo godendo di quello spettacolo inaspettato.
Camilla iniziò ad esser meno stabile sulle gambe, le gote sembravano aumentare la gradazione di rosso fuoco.

Era passata quasi un ora, e sembravano invece solo 10 minuti, io e Edo ci alternavamo a guardare i due da tutte le fessure che trovammo fra le assi, che dessero modo di guardare bramosi quell'atto sessuale. Il volto di Camilla era perso, ora stava a bocca aperta, dopo si stava mordendo il labbro inferiore. Raramente giungevano a noi acuti gemiti di piacere. Ci sembrò instabile, dava l'imipressione di esser sul punto di cascare da un momento all'altro. Le gambe di Camilla erano tremule come percorse da una scossa elettrica.

Piero si alzò facendo adagiare la sua morosa su una balla li vicino, questo migliorò sensibilmente la nostra visuale.
I nostri cazzi erano duri come non mai ma né io né Edo proferimmo parola, Vidi però Edo che si stava accarezzando da sopra i pantaloni.
Piero riprese a baciarla, discendendo sul collo sui seni soffermandosi sui capezzoli fece emettere dei gemiti rumorosi a Camilla. Quasi scoppiammo a ridere facendoci scoprire.

Potemmo ammirare il candore delle sue lunghe gambe, aveva i piedi poggiati sulla balal di fineo su cui era semisdraiata, poggiava sui gomiti per osservare Piero. Si distese, quasi le fosse difficile mantenere la posizione.
Piero la stava leccando ancora, questa volta si vide che una mano di Pieor passò sotto il suo stesso mento andando a stimolare a vulva, i movimenti erano inequivocabili..
Camilla fece appena in tempo a lasciarsi andare al suo secondo orgasmo, che lo starnazzare prodotto dalle squadre di rientro, fece interruppere di colpo le effusioni.
Anche noi distratti dal rumore ci alzammo per capire quanto margine di tempo avessimo a disposizione per sparire da dove eravamo.
All'orizzonte ancora nessuna luce, tornammo a guardare dentro il fienile, i due amanti erano andati via, li vedemmo correre verso il bosco per mischiarsi alla bolgia, iniziavano a vedersi ore le fievoli luci prodotte dalle torce.
Anche noi, ancora interdetti senza commentare raggiungemmo il gruppo.

Era molto tardi dopo l'adunata per vedere che ci fossimo tutti , fu dato l'ordine di ritirarsi.
Trovai il tempo con Edo di riparlare dell'accaduto per poco … troppa gente d'intorno.

Erano previsti altri due giorni di orienteering, o meglio una vera e propria caccia alla bandiera, una cosa veramente bellina, una specie di guerra su 48h. Ma non sono a raccontarvi ciò.

Erano passati 5gg dall'evento descritto e io ed Edo eravamo frastornati, parlammo a lungo dell'accaduto e i ricordi facevano gonfiare i nostri cazzi. Entrambi evvezzi a sedute di seghe ma nessuno dei due aveva mai visto l'altro.
Eravamo certi che i due non avrebbero perso occasione per appartarsi nuovamente in quella circostanza.

Per nostra fortuna sapevamo dove si svolgeva l'esercitazione: in una valle accanto, sapevamo dove ci si accampava, c'era molta libertà era molto sicuro, una proprietà privata molto estesa che ci veniva data per quest'occasione.
Eravamo pure abbastabza certi di dove sarebbero potuti andare, c'erano due casotti di posta per la caccia, molto verosimilmente si sarebbero recati in quello più infrattato per la caccia al cinghiale per avere l'intimità necessaria.
Era un posto scoperto un paio di anni prima almeno da noi.

Camilla era della squadra avversaria...ma io ed Edo non ci curammo molto della cosa, appena ci fu possibile andammo subito presso il casotto, ce ne erano due... restammo nascosti non sapendo quale avrebbero scelto.

Calò sera... tratatndosi di una sorta di guerra, e potendo far prigionieri nessuno avrebbe fatto caso al momento alla nosra assenza.
Le ore passavano... che avessimo sbagliato? Una probabilità.
Il silenzio e la cupa notte erano davvero opprimenti, ci tenevamo compagnia... sussurrandoci per l'ennesima volta i nostri ricordi dei due.

Ad un tratto eccoli i due.... il camminare sulle voglie ci avvertì del loro arrivo ed entrammo in rigoroso silenzio.
Arrivarono tenendosi per mano, forzarono il lucchetto a chiudere, entrarono chiudendo la porta alle spalle.

Al mattino, appena arrivati, preparammo la scena, praticando dei fori su tutte le pareti a varie altezze per farci godere a pieno di cosa sarebbe successo all'interno.
Avemmo l'impressione che anche la loro alcova d'amore fosse stata in precedenza già preparata, c'era un lettino pieghevole, e una lampada elettrica che dava luce.

I grandi spazi … di avvistamento e per i fucili, furono chiusi con della stoffa nera.

Si baciarono una volta finito.
Lo spazio restava angusto ma eravamo più vicini e quindi si riusciva a sentire i discorsi.

Iniziarono a toccarsi da sopra i vestiti.... i primi indumenti a volare per terra furono le mantelle seguite a ruota dalle giacca di entrambi... si baciavano frequentemente toccandosi abbracciandosi per sentire sotto le reciproche mani il contatto del corpo altrui.
Camilla tirando con forza tolse d'un colpo camicia e maglione a Piero che rimase a torso nudo, lui ricambiò sbottonando con estrema lentezza per gustarsi ogni millimetro di pelle che da sotto emergeva.
Mossa da impazienza fu Camilla a disfarsene aiutandolo, come se ogni indumento avesse un peso insopportabile.

Piero fece per mettersi in ginocchio.

“No! Fermo!” … “ faccio io!”, si inginocchiò.

Le mani andarono a massaggiare la protuberanza che si mostrava dal tessuto jeans dei pantaloni.
Lo massaggiò a lungo, Piero da impaziente e materialista fece per sganciare la cintura, ma fu interrotto da lei.

“Fermo.... ho detto... ho detto ci penso io!”.
Riprese a percorrere i contorni del cazzo.
Con una lo massaggiava con l'altra tirò giù la zip.

Si sentì lo scendere della zip dente dopo dente, la mano si insinuò all'interno dei pantaloni.
Continuò a massaggiarlo così, poi, con entrambe le mani, lo estrasse.

Il cazzo di Piero fece mostra di se, sembrava mostruoso almeno al cospetto del mio, quello di Edo, non lo avevo mai visto.
Camilla lo fissava, le gote arrossate tradivano il suo stato. Lo massaggiava facendo scorrere il palmo della sua mano sotto l'asta. Lo massaggiava lentamente e anche noi potevamo vedere il sussultare del cazzo sulla sua mano.

Estrasse anche i testicoli, pelosi, io ne avevo pochi ancora. Le mani scorrevano, in modo delicato ora delimitando il contorno della cappella.
Dieci centimetri separavano il viso dal membro, un attimo e quella distanza si azzerò. Un bacio fu dato sulla sommità della cappella, ancora coperta dalla pelle, la mano scese verso l'inguine scoprendola nella sua totalità.
Camilla tirò fuori la lingua e leccò il frenulo, mosse lateralmente il cazzo da destra sinistra scorrendolo sulla lingua. Un attimo e la cappella sparì nella sua bocca.
Si fermò. Si abituò all'ingombro del cazzo nella sua bocca, poi iniziò un movimento avanti e indietro accogliendo dentro di se sempre più centimetri.
Piero era già al limite, godendo di quel servizio.

Sia io che Edo notammo che sembrava avesse molta più dimestichezza rispetto alla volta precedente.... ci fosssimo persi qualcosa?

Succhiò, quasi avida: “Voglio che mi riempi! Voglio bere il tuo succo! Piero dammi la tua anima da bere! “ e si rifiondò a succhiare.
Mentre era attaccata all'asta le mani di Camilla andarono , trovando la cintura dei pantaloni , poi sganciarono il bottone tirando giù assieme sia i pantaloni che le mutande di Piero. Si aggrappò con le unghie al suo sedere:

“Vieni dammi la tua sborra... dammela! La voglio! Riempimi!” e giù a succhiare.
Lo stava masturbando, a breve distanza la sua bocca spalancata, teneva il membro nella sua direzione, col chiaro intento di volersi centrare in bocca.
Piero godette di quella visione, e partirono due, tre poi quattro schizzi, il primo grazie alla contrazione mancò l'obbiettivo colpendola in pieno volto gli altri centrarono la lingua, appena gli schizzi terminarono, rallentò i movimenti della mano e succhiò le gocce che ancora uscivano. Ripulì il tutto.
Alzandosi si tolse le mutande, erano molto vicini a noi, bisoganva stare in silenzio per non farci scoprire. Notammo le mutandine di Camilla che in un atto di esibizionismo espose a Piero, evidnete la macchia unmida dei suoi umori.
Si girò avvicinandosi ad un appoggio , chinandosi su di essp ed offrendo uno spettacolo alla vista di Piero quanto alla nostra saranno stati a mezzo metro e la scena la vedevamo dal fianco.

“Vieni.... prendimi!”, ordinò girando la sola testa, scostata una ciocca di capelli.
“Camilla... sei ...sei sicura? Sei vergine... sei sicura di volerlo?”
“Ho due buchi.... usa quello più in alto!”.

Il cazzo di Piero che si stava leggermente afflosciando per l'orgasmo appena avuto si impennò come e più di prima.

“Mmmmm siiii vedo che ti piace l'idea dai vieni!”.
“Vuoi che ti inculi?”.
“quanti buchi pensi abbia li sotto? Certo! È quello che ti sto chiedendo e offrendo.... il mio culo!, Lo vuoi.... , vero?”.

Il cazzo sembrò impennarsi ancor di più, Piero, ci parve, nonsotante lo spazio angusto e la non necessità, quasi correrle addosso, si inginocchio a leccarla, Camilla godeva gemendo, la leccò per molto tempo.
“ohh si leccami ancora il buco del culo! Entra!” . Piero spinse la lingua tenendola dura dilatando, per quanto possibile lo sfintere.
Rialzatosi si avvicinò, mise la sua cappella a sfioro sul buco del culo.
“pronta?”
“si”.
Piero iniziò in modo evidente a dare delle piccolissime spinte e non senza fatica.
Alla fine riuscì nel suo intento facendo gridare Camilla:

“ahhhh …. oddio.... ahhhh... fai p... pianooo ti prego!” col fiato rotto, un misto fra dolore e piacere.
Aveva inserito mezza cappella, e ora si muoveva molto lentamente ora si fermava poi riprendeva.

“come va?”.
“ok.... , va bene !”
“ti faccio male?”
“no... lo voglio , vai avanti!” disse Camilla ansimante.

Riprese a spingere molto piano.

“dai entra tutto!”.
Silenzio, una spinta forte che terminò solo quando il suo pube fu a contatto col suo culo.

“ahhhhhhh! Ahhhhh! !”.
un urlo di dolore così forte che avrebbe potuto richiamare tutti, ma eravamo distanti dalla zona di caccia die nostri compagni.

“sono tutto dentro.... come va? Ti ho fatto molto male?”.

Camilla non rispose per un secondo sopraffatta dal dolore e dal senso di pienezza che quel corpo estraneo le stava dando.
Poi annuì con la testa, “ok , ora ok.... vai!”, e Piero iniziò la sua cavalcata su di lei.
Non saprei dire quanto andarono avanti, ma il mio come il cazzo di Edo erano duri da far male... ma non sapevamo che fare ipnotizzati e immobili nelle nostre posizioni ad osservarli. Ci stavamo toccando i nostri membri, ma per imbarazzo verso l'un l'altro nessuno dei due si masturbò.

Piero e Camilla raggiunsero assieme l'orgasmo, poco dopo si rivestirono … nascosero alla meglio le cose che avevano portato e come erano arrivati se ne andarono.



























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